L'intrusa
04 Ottobre 2017

L’intrusa, di Leonardo Di Costanzo, è un ottimo film italiano.

Avevo già apprezzato questo regista nella prova precedente,  L'intervallo.

Trattasi di cinema di autore asciutto ed essenziale, a tratti sottotitolato perché gli scugnizzi protagonisti della pellicola parlano un dialetto napoletano strettissimo. 

La storia è quella di Giovanna, interpretata dalla danzatrice Raffaella Giordano con profonda empatia, una donna che tiene in piedi una masseria come centro ricreativo per ragazzini del quartiere svantaggiati. È una donna idealista e tutta d’un pezzo, che fa delle sue scelte una sorta di missione, contro tutti e tutto. Per lei l’imperativo è accogliere chi ha bisogno, senza se e senza ma.

Quindi quando a chiedere ospitalità arriverà la moglie con due figli di un noto camorrista ricercato dalla polizia, tutto il suo entourage di collaboratori e sostenitori si sgretolerà. Nessuno capisce perché Giovanna si ostini a trattare l’intrusa del titolo come una qualsiasi donna bisognosa. Ed è proprio questa invece la sua forza e la sua purezza.

I bambini non hanno colpe, e forse per tutti c’è, o ci deve essere una chance di salvezza.  Girato con pochi soldi e grande capacità, è un film che ti resta dentro e ti aiuta a riflettere sui pregiudizi che tutti abbiamo, su cosa è giusto e cosa è sbagliato. Ciascuno di noi può scegliere da che parte stare, sempre. 

Non vi svelo il finale, che ho trovato malinconico e struggente. Bravi tutti.

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