Il bello di andare in giro a presentare il mio "Gocce di veleno" è che si incontrano un sacco di persone interessanti. Ieri, a Padova, nell'ambito di una manifestazione voluta da Soroptimist in collaborazione con il Comune sul rispetto, ero al tavolo dei relatori con un poeta e filosofo.
Stefano Raimondi ha letto alcuni stralci del suo "Soltanto vive", che sono 59 monologhi di donne che hanno subito violenze e abusi. La platea ha smesso di respirare. Io sono stata trafitta da parole cone queste: "Lo so che sono una tra le tante: le murate, le sconfitte dal silenzio, le tolte male dai giorni, le lasciate sole. Lo so che sono come loro: le accusate, le impaurite quelle con le porte chiuse, quelle lasciate lì a tremare. Lo so che sono come sono le invisibili, le mute, le soltanto vive".
Li ho letti tutti e 59, in albergo, e li ho riletti stamattina, e i brividi non mi sono passati.
"Non ricordo niente! Non potrò mai ricordare niente, neppure l'odore del suo armeggiarmi dentro, neppure il dolore strano di quelle carezze, neppure quel miagolare imbarazzato del godere, del godermi. Non ricordo niente. Non potrò mai ricordarmi di niente: avevo due anni e una distanza siderale tra noi sapeva separarci. Ma il cerchio non è vero che non finisce: prima o poi arriva lo schianto dell'incontro, il sovrapporsi dei punti, la resa...Avevo due anni sì, avevo due anni...avevo due anni per sempre".
C'è un bel sole, oggi, e andrò a camminare, per provare a pulire i pensieri, e a recuperare le forze. Oggi pomeriggio sarò a Treviso, e al mio fianco un'altra scrittrice, Katia Tenti, di cui sto leggendo "Nessuno muore in sogno".
Sono fortunata, e privilegiata, lo so. "Gratias a la vida", che mi ha dato tanto!