CHE TRISTEZZA LE ATTRICI CHE NON INVECCHIANO E NON CAMBIANO MAI
Sarò io fissata, ma ci faccio caso eccome a quelle rughe cancellate, a quelle fronti artificialmente spianate, e mi innervosiscono al punto dal distogliermi dalla bellezza dei film. Vi faccio degli esempi concreti, così ci capiamo. Avete presente “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”? Lì Frances McDormand, candidata giustamente all’Oscar, è una madre incazzata che vive in un luogo sperduto. Se non avesse la splendida faccia vera e rugosa di quest’atrice coraggiosa e fuori dagli schemi, ma il voto bellissimo ormai inespressivo di Nicole Kidman, la storia non si reggerebbe. La McDormand è una delle rarissime attrici holliwoodiane a non volere trucco sul set, e a preservare gelosamente le sue splendide rughe. Come faceva la nostra Anna Magnani. Tutte le altre capitolano tristemente e si piallano come assi da stiro. Mi chiedo e vi chiedo: perché le attrici, che non fanno le fotomodelle e che dovrebbero esprimere emozioni anche attraverso le espressioni del loro viso, si ostinano a ritoccarsi?
Ho visto il bellissimo nuovo film di Laura Bispuri, “Figlia mia” con un Alba Rohrwacher sempre più brava e naturale, e una Valeria Golino ibernata ai suoi 20 anni. Ne ha 51, e sarebbe interessante vedere qualche segno sulla sua bellissima faccia. Non ci sarebbe nulla di male. E invece no, tutte a voler avere primi piani perfetti, patinati, lisci come quelli dei bambini.
Perché? Perché noi donne non sappiamo accettare di invecchiare, e di conquistare un nuovo fascino, e una nuova libertà?
C’è cascata persino la bravissima Helen Mirren, che nel film di Virzì, “Ella e John”, a fianco di un insuperabile Donald Sutherland, non ha quei segni intorno alla bocca che una donna di 72 è bello e giusto che abbia. Niente, tutto spianato, con un effetto grottesco e secondo me orribile.
Io capisco che sia difficile accettare di non essere più un sex symbol, ma caspiterina, così è peggio! Si è solo delle vecchie rifatte! O delle finte giovani senza anima.
Esco dalle sale cinematografiche dicendomi “che peccato” ogni volta che scorgo il segno delle punturine e del botox, che comunque ormai è alla portata di tutti, mica solo delle star. Con effetti devastanti. E allora ve lo chiedo in ginocchio: donne, impariamo a invecchiare, ad amare i nostri capelli grigi, e le nostre rughe, e le macchie e la pelle più sottile e fragile. Hanno un significato, ci dicono che abbiamo vissuto, e amato, e sofferto, ci dicono che siamo ancora vive e in quella parte della vita in cui dovremmo dare valore al tempo, a quello che è passato e a quello che verrà. Non si torna indietro, e non si può restare ferme a un’immagine di sé legata alla giovinezza. Personalmente diffido di chi resta sempre uguale. Io vado fiera delle mie rughe, e anche dei miei capelli bianchi. La vecchiaia non va nascosta, non è un peccato di cui vergognarsi, ma un traguardo di saggezza, di pace e di serenità.
(FOTO DI ALESSANDRO BOSCOLO AGOSTINI)