Prima del primo lockdown, un anno fa, avevo sempre sdegnosamente evitato le serie televisive. Adoravo andare al cinema, ci andavo otto, dieci volte al mese, e questo mi bastava e avanzava. Con la chiusura delle sale sono rimasta spiazzata, e ho cominciato, timidamente, scetticamente, a lasciarmi sedurre dalle serialità. Prima quelle brevi, si intende: dalla splendida “Unhortodox” al divertente “Il metodo Kominski “, dall’agghiacciante “Kalifat” all’ortodosso “Shtisel”.
Non credevo che sarei stata risucchiata dai 134 episodi in 9 stagioni di “Suits”, una serie di grande successo, americana che più americana non si può, girata New York, fra i grattacieli e gli uffici di cristallo degli avvocati più aggressivi e ambiziosi che si possa immaginare.
Gli sceneggiatori sono stati abilissimi, non c’è che dire. Devono avere avuto uno stuolo di avvocati a disposizione per inventarsi la trama e gli intrighi di centinaia di casi, e bravi psicologi per scavare nelle personalità complesse dei suoi protagonisti: dal bel tenebroso Harvey Specter all’enfant prodige Mike Ross, dall’ambiziosa Jessica Pearson alla leggendaria Samatha Weehler.
Cosa non mi è piaciuto: l’assenza totale e inverosimile di persone omosessuali, il continuo rifarsi alla sacra famiglia come valore universale, la demonizzazione di qualunque bugia, la rappresentazione di donne perennemente truccate e issate su tacchi vertiginosi anche dopo notti insonni e giornate di lavoro massacranti, l’happy end da pubblicità.
Cosa mi è piaciuto: il ritmo serrato, la varia umanità rappresentata, le sedute dallo psicologo, alcune battute davvero fulminanti, i fanghi di Louis e la memoria prodigiosa di Mike. Avendola vista tutta in lingua originale, sottotitolata, penso di aver fatto anche un corso di inglese in full immersion, visto che la sera andavo a letto pensando in inglese, e questo mi ha fatto sentire meno in colpa!
Ora che sono arrivata in fondo mi sento già un po’ orfana, perché è questo che fanno le serie, soprattutto se così lunghe: alla fine ti affezioni ai personaggi, diventano gente di casa, parenti stretti, e se non li vedi più, d’improvviso ti mancano.
Sarà bene che riaprano i cinema, se no mi rincitrullisco del tutto.
Aiuto! E voi? Da quali serie siete stati risucchiati? E come ne siete usciti?