La notizia arriva dall’America e ha fatto molto discutere i nostri ascoltatori, stamattina su Rtl 102.5: madre di quattro figli maschi scrive a un giornale studentesco chiedendo alle ragazze di non indossare i leggins, ritenuti troppo attillati e provocanti, per non turbare i suoi giovani pupilli.
Immaginate le reazioni: da una parte le paladine della libertà ad ogni costo secondo le quali dovremmo poterci mettere o non mettere quel che ci pare senza preoccuparci della reazione che le nostre scelte suscitano. Dall’altra le morigerate piene di se e ma: se si è giovani e magre si, no se si è sovrappeso e vecchie….E poi gli uomini, alcuni davvero grotteschi, che imploravano di continuare a usare i leggins per poter godere dello spettacolo di un bel culo, che a loro dire può cambiare l’umore di una giornata.
Come sempre in radio abbiamo cercato di mantenere un tono ironico e lieve, ma l’argomento in realtà è molto più interessante e profondo di quanto sembri all’apparenza.
Come scegliamo di vestirci definisce anche come vogliamo essere guardati. Ogni donna sa perfettamente quali vestiti “attizzano” e attraggono sguardi maschili carichi di libidine. Può essere un gioco consapevole o un espediente per sentirsi accettate o volute.
Ho notato che il mio modo di vestire, negli anni, si è molto modificato. Se da ragazzina insicura e complessata preferivo nascondermi e coprirmi il più possibile, da giovane donna ho “usato” il potere della seduzione a mio vantaggio, sapendo perfettamente cosa avrebbe provocato indossare un vestito attillato e corto piuttosto che un paio di morbidi pantaloni e una giacca.
Quando è un gioco che facciamo per divertirci, consce di quello che significa, può essere divertente. Se invece vogliamo aderire a un modello antico secondo il quale noi donne dobbiamo sempre essere seducenti e sexy, allora non mi sta bene. Da quando mi sono liberata del giudizio degli altri e non mi interessa più cercare l’approvazione degli uomini ho notato che scelgo più volentieri capi comodi e larghi, che ai tacchi alti e scomodi preferisco le scarpe basse, alle gonne corte quelle lunghe. Non è una questione di moda ma di come ci si sente e di cosa si vuole mostrare di sé.
Una famosa soubrette tempo fa si lamentava di non essere considerata per il suo cervello, e non ne dubito, d’altra parte lei stessa aveva sempre usato solo il suo corpo seminudo per emergere e diventare famosa. Lei come chiunque è libera di mostrare di sé ciò che preferisce, ma ricordiamoci che quando decidiamo come vestirci, decidiamo anche come proporci agli altri, che siano uomini o donne.
Conosco molte colleghe schiave dei selfie e delle foto sui social in cui si mostrano sempre tirate, perfette, ammiccanti: le frasi a supporto delle immagini spesso non hanno alcun contenuto, eppure suscitano commenti entusiasti da parte dei cosiddetti “followers”. Basta poco per avere più click: mostrare pezzi di carne, tettegambeculicosce per avere successo alla fiera delle vanità. Lo fanno in tante.
Siamo tutti un po’ vanitosi e desiderosi di essere apprezzati, ma io credo che ci sia modo e modo, e che dietro alla smania da click si nasconda una profonda insicurezza.
Ergo, prima fate pace con vi stesse, imparate ad accettarvi esattamente per quel che siete, e poi scegliete quel che piace a voi, quel che vi fa sentire sicure e a posto, a prescindere dallo sguardo degli altri. Approfittate del cambio di stagione nell’armadio per buttare quel che non vi va più, e fate spazio invece alla nuova donna che siete diventata, confidente, sicura, fiera.