TRE PIANI, il romanzo di ESHKOL NEVO su cui si baserà il nuovo film di Nanni Moretti mi è piaciuto talmente tanto che mi limiterò a riportarne alcuni estratti, sperando vi venga voglia di leggerlo.
“Se mi chiedessero cos’è l’amore direi: la certezza che esiste, in questo mondo bugiardo, una persona completamente onesta con te e con la quale tu sei completamente onesta, e fra voi è solo verità, anche se non sempre dichiarata”.
“Il confine tra “privato” e “pubblico” e tra “dentro” e “fuori”negli ultimi anni si è spostato, e nessuno ci ha informati. Forse si è addirittura cancellato”.
“Quanto poco spazio abbiamo lasciato all’immaginazione nelle nostre conversazioni, Michael. L’immaginazione non serve in tribunale. E così ci siamo abituati a disprezzare l’immaginazione. A esiliarla in una colonia penale”.
“Io a casa non ci torno, mamma. Ci ho riflettuto, e sono giunto alla conclusione che il rapporto con voi mi avvelena. Per essere felice devo distaccarmi per qualche tempo. Devo costruirmi da solo”.
“Non sono riuscita a rispondergli. I colpi più dolorosi arrivano quando non si è pronti a difendersi: mi sono piegata in due per il dolore. Adar non è stato nemmeno ad aspettare la mia risposta”.
“L’importante è parlare con qualcuno. Altrimenti, tutti soli, non sappiamo nemmeno a che piano ci troviamo, siamo condannati a brancolare disperati nel buio, nell’atrio, in cerca del pulsante della luce”.
“La mia speranza non è ancora perduta. Sapevo che era una sensazione passeggera, ma per un attimo l’ho posseduta, Michael, per un attimo è stata mia”.